14 Lug Scuola e sport…
“Mamma non voglio andare domani a scuola, intanto non abbiamo niente, abbiamo solo educazione fisica.”
Purtroppo ai giorni nostri il movimento è un optional, anzi, chi si muove viene anche considerato un po’ stupido perché fa fatica quando, grazie alla tecnologia di cui disponiamo, si potrebbe fare di tutto senza compiere alcun tipo di movimento e sforzo.
È già da anni che le ore di educazione fisica nelle scuole sono viste come delle ore di svago, in cui si può fare un po’ quello che si vuole, con la complicità del professore, che in molti casi utilizza quel tempo per sbrigare altre faccende.
Non c’è da stupirsi se, il professore di “ginnastica” è, quindi, poco considerato dal resto del corpo docenti!
Le cose dovrebbero essere diverse, dobbiamo tenere presente che il movimento è essenziale, il movimento è vita, sopravvivenza, il nostro corpo in migliaia di anni si è evoluto per muoversi, e nella migliore delle maniere.
Quindi cosa dovremmo fare?
Innanzitutto tanta teoria (anatomia, fisiologia, ecc.) è quasi superflua senza un minimo di pratica, si dovrebbe insegnare al bambino/ragazzo perché il nostro corpo si muove in una determinata maniera e quali sono i meccanismi che stanno dietro ad ogni semplice azione che compiamo. Per poi arrivare ad ottimizzare la vita di tutti i giorni grazie a dei movimenti corretti e funzionali. Tutto ciò non deve per forza essere visto in versione accademica e noiosa, mille sono i modi per aiutare gli alunni ad apprendere più agevolmente e facendoli divertire.
Assolutamente consigliato, e a mio parere essenziale, utilizzare il gioco come strumento per facilitare l’apprendimento; che si tratti di bambini, adolescenti o adulti, il gioco fa emergere emozioni che permettono di lasciare un segno indelebile nell’individuo dando vita a sensazioni che possono essere utilizzate in un secondo momento per rendere più agevole la comprensione di un particolare concetto.
In secondo luogo dovremmo accertarci di non far tornare a casa il bambino/ragazzo senza aver imparato nulla di nuovo, anche se si tratti di una cosa banalissima come il saper fare una capriola.
Dobbiamo dare la possibilità a chi non ha avuto la fortuna di giocare all’aria aperta, correndo, arrampicandosi, cadendo e saltando, di fare queste fantastiche esperienze; una volta si tornava a casa con le ginocchia sbucciate ma sicuramente meno stressati.