28 Lug Gli sport da combattimento ti rendono violento?
“Faccio fare calcio a mio figlio perché non voglio che diventi un delinquente.”
“Gli sport da combattimento ti insegnano come fare del male agli altri.”
Eccoci di nuovo a parlare di alcuni miti da sfatare.
La arti marziali e gli sport da combattimento rendono il bambino, o la persona che li pratica, violento?
La risposta è abbastanza ovvia: NO!
Le arti marziali sono discipline per lo più orientali, che hanno lo scopo di migliorare corpo, mente e spirito del praticante; puntano sull’ottenimento di una certa coscienza di sé e sul raggiungimento della stabilità psicologica ed emotiva, oltre ad un miglioramento delle prestazioni fisiche.
Tutto ciò porta ad una sicurezza ed un’autostima molto più sviluppate.
Gli sport da combattimento sono stili di combattimento, adattati al mondo dello sport, con competizioni ben regolamentate.
Come in tutti gli sport si ricerca l’eccellenza tecnica, fisica e mentale, e si ottengono autostima e sicurezza interiore maggiori.
Allora perché nell’immaginario comune un atleta di sport da combattimento è una persona violenta?
Perché ha delle potenzialità molto superiori a quelle di chi non ha mai fatto nulla, e questa cosa fa paura.
La vera violenza è quella che si può vedere nel calcio, in cui si possono vedere interventi molto scorretti che causano delle lesioni davvero gravi ad alcuni giocatori.
Allora cos’è la violenza? La definizione che dà Treccani nel suo vocabolario:
“L’abuso della forza (rappresentata anche da sole parole, o da sevizie morali, minacce, ricatti), come mezzo di costrizione, di oppressione, per obbligare altri ad agire o a cedere contro la propria volontà.”
In questi sport nessuno obbliga qualcuno ad agire contro la propria volontà.
In realtà questi sport funzionano da dissuasori di violenza. Ogni praticante conosce i danni che certe tecniche possono causare.
Senza contare che la maggior parte degli istruttori tende a demonizzarla.
Se contiamo anche l’ottimo allenamento, che mantiene giovane il fisico, un’ottima reattività in ogni situazione e la capacità di potersi difendere (sopratutto per le donne), allora non vedo proprio perché non bisogna far praticare questi sport a bambini e ragazzi.
D’altronde siamo nell’epoca in cui forte = cattivo.