18 Ago Allenatore… diritti e doveri.
Essere un allenatore è sicuramente una cosa interessante perché si ha una voce in capitolo e si viene rispettati.
Ma non è tutto oro quello che luccica.
La differenza.
C’è una sostanziale differenza tra fare l’allenatore ed esserlo.
Per fare l’allenatore basta che ci sia una palestra, una società sportiva o un ente che ci scelga per portare avanti un corso. In alternativa basta trovare una struttura adatta ad ospitare degli allievi e seguire un programma.
Essere un allenatore è molto diverso:
- capire cosa si vuole e cosa si può insegnare.
- decidere a chi rivolgere maggiormente la nostra attenzione (in base alle nostre competenze).
- imparare a vedere il mondo sotto altri punti di vista.
- imparare ad entrare in contatto e comunicare con gli altri.
Questi sono i punti da tenere in considerazione se vogliamo intraprendere questo percorso. Andando avanti ce ne saranno molti altri da seguire ma per iniziare questi sono i più importanti.
I diritti dell’allenatore.
Nessuno nasce capace di far qualcosa e raramente ci si presenta l’opportunità di essere affiancati da qualcuno che ci insegni almeno le basi prima che la responsabilità sia tutta nostra.
Molto spesso chi inizia a fare questo lavoro sta cogliendo al volo un’occasione che gli viene data a causa di una necessità, quindi si trova a dover passare da allievo ad allenatore nel giro di pochissimo tempo.
Dovrà essere sua premura imparare ad insegnare e relazionarsi con gli allievi in breve tempo ma deve avere il diritto di sbagliare (nel limite dell’accettabile) e di correggere i propri sbagli per poter imparare.
Deve essere supportato da quello che è il suo team e deve essere spronato a dare il meglio di sé per costruire una solida base di autostima che gli consentirà di trasmettere sicurezza a chi frequenta i suoi corsi. Una pacca sulla spalla è la cosa migliore che si possa dare o ricevere da un collega.
Non deve essere umiliato sopratutto in pubblico, se ci sono dei problemi o se sta sbagliando qualcosa è cosa buona comunicarglielo in privato, non davanti ai colleghi o agli allievi.
Gli si deve dare la possibilità di apportare modifiche ad un sistema se queste possono migliorare qualcosa.
I doveri dell’allenatore.
Nel contempo avrà anche dei doveri:
- seguire un percorso di formazione e dei corsi di aggiornamento (questa parte è essenziale).
- essere un esempio per i suoi allievi, sopratutto per i più giovani.
- capire quando ad una persona serve aiuto, con qualche parola di conforto, con qualche consiglio o con una opportuna strigliata.
- trasmettere sicurezza e serenità.
- essere umile e non aver vergogna di ammettere di non saper qualcosa.
- rispettare tutti, dal più giovane al più anziano, dal novizio al più esperto.
I doveri e le responsabilità sono tanti ma le soddisfazioni sono incredibili dall’atleta che vince una competizione all’allievo che vince una sua paura.
Sarà pure un duro lavoro ma qualcuno dovrà farlo.